sabato 31 ottobre 2015


Sono da poco rientrata dal supermercato.
Non so se avete tutti presente il supermercato di sabato mattina. Ecco.
Pensionati incazzati che si aggirano pretenziosi tra gli scaffali di turno e ti guardano con aria di sfida quasi a non comprendere perché tu, che lavori, hai due figli, un cane e due pesci, ti permetti di fare la spesa di sabato mattina.
Donne in carriera che, super taccate, si ritagliano la loro mezz'ora settimanale per comprare almeno due fette di petto di tacchi...no per far compagnia alla solitudine del frigo.
Uomini, scoglionati, parcheggiati assieme al carrello in un angolo mentre la rispettiva compagna fa lo slalom tra la gente per ottimizzare il tempo.
Bambini urlanti e affamati che non comprendono il perché di trovarsi lì, anziché sullo scivolo di un parco giochi.
Ora, in tutto questo bordello, la mia attenzione è stata colpita da una coppia. Felice, tranquilla, serena.
Coppia che ho incontrato in mezzo agli insaccati.
Lui, lei e 5 figli.
Non uno, non due, guardate non tre. Ma cinque.
All'incirca dai due ai 13 anni.
Il padre e la madre entrambi con un carrello. I due figli più grandi, maschio e femmina, rispettivamente accanto all'uno o l'altro genitore. I due più piccoli, presumibilmente gemelli, nel carrello. Uno col ciuccio, l'altro con un pezzo di schiacciata. Il rimanente in piedi nel bel mezzo del carrello che giocava a fare spiderman.
Sono rimasta così, a bocca aperta e coi miei tre etti di salame in mano, ad osservarli. Ed in un attimo ho visto davanti a me. Cinque cartelle, cinque letti, cinque paia di scarpe, cinque tutto.
Per non parlare del mangiare. Sette tazze, sette piatti di pasta, sette braciole. Io che pensavo che solo Biancaneve fosse in grado di mettere a tavola sette persone, sono restata sbalordita.
Loro invece, loro sette dico, sorridenti e felici, si districavano. Tra la richiesta di un figlio, tra il prosciutto da scegliere, tra il pensionato incazzato, tra il naso da soffiare al più piccolo e la bocca da pulire al gemello.
Ho pensato che questo non fosse possibile. E allora l'ho seguiti. E l'ho seguiti fino al reparto surgelati, dove moglie e marito, lui con i quattro salti in padella in mano e lei coi sofficini sotto il braccio, in mezzo alla donna in carriera taccata, ai mariti scoglionati, ai bambini isterici, a chi lavora 24 ore, alle donne che fanno slalom tra gli scaffali, con i loro cinque figli perfettamente allineati, si sono avvicinati e si sono dati un bacio.
Cioè, in un sabato alle 12 in un supermercato, tra il delirio generale, loro due con cinque figli hanno trovato il tempo di darsi un bacio.
Ora, le cose sono due.
O propongo l'immediata candidatura dei due coniugi al prossimo Nobel per la pace, o mi dicono, all'istante, il nome del loro spacciatore.