lunedì 23 novembre 2015

Qualche giorno fa, era tardo pomeriggio, stavo guardando la vetrina di un negozio in attesa che mia figlia finisse la sua lezione di pattinaggio.
Mi si avvicina un tipo. Un bel tipo.
Completo grigio scuro, camicia celeste con le cifre, pashmina blu.
Mi sorride:
+ Scusa, sei sola?...
Già l'approccio mi era parso subito parecchio triste, ma mi son detta che in fondo dovevo apprezzare. Che dallo "scusa hai da accendere" già aveva fatto progressi.
Rispondo:
- Beh, salvo che qualcuno non mi stia pedinando, direi di sì.
Accenna un sorriso e parte subito con una serie di complimenti (della serie sei carina etc etc) senza cavalcare la mia ironia. Ma ok. Mi dico ancora una volta di non giudicare.
Ci scambiamo qualche parola ma capisco che il tempo stringe e che devo andare a prendere Vittoria.
Glielo faccio presente.
Apre la sua bellissima borsa di pelle da lavoro ed estrae l'apposito porta biglietti da visita in pendant con tutto il resto.
Il Dottor X mi porge i suoi contatti e mi dice, scostandosi dalla fronte il ciuffo phonato e gettando uno sguardo furtivo, all'auto stima finalizzato, al proprio riflesso nella vetrina:
+ Qui c'è il mio numero, se una di queste sere ti va un birrino?
Spalanco gli occhi!
(Un birrino?? Mi ripeto tra me e me. Ma che sono un tuo amico? Perché non si va al primo circolo? E poi dopo i' che si fa? Una briscola!?)
Ma semplicemente rispondo:
- Grazie, nel caso ti chiamo.
Ho girato l'angolo e gettato il biglietto.
Oggi, invece, sono uscita alla 13 da lavoro. Ho mangiato un panino al volo in macchina e mentre stavo rientrando, mi sono fermata ad un bar lungo il tragitto.
Proprio accanto al bar, un palazzo di circa 4 piani dove, con tutta evidenza, erano in atto i lavori di ristrutturazione della facciata.
Esattamente quando stavo entrando nel bar, arriva un ragazzo. Un muratore che probabilmente si stava prendendo una pausa e che stava lavorando alla suddetta facciata. Jeans strappati, felpa, scarpa antinfortunistica e qualche schizzo di calcina in qua e là.
Mi vede ed accelera il passo. Solo per aprirmi la porta e farmi entrare per prima.
+ Prego signora.
E mentre lo dice mi guarda. E mi guarda così intensamente quasi a volermi dire: se ti prendo ti metto su quell'impalcatura e ti fo vedere la Madonna e tutti i Santi. Lo capisco. Ma lui è galante.
Prendo il mio caffè, in disparte. Arrivo a pagare e il cassiere mi fa:
+ il caffè lo ha già pagato quel ragazzo lì.
Era lui. Che era appena uscito.
Esco e lo ringrazio. Poi scappo e scappo perché la mia vita è una corsa.
Ma l'ho ringraziato mille volte. E mentre lo facevo ho ripensato al Dottor X.
E mi son detta che è proprio vero, amiche mie.
È assolutamente vero.
Ed è vero che l'abito non fa il monaco, né, tantomeno, il maschio.

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