giovedì 20 agosto 2015

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

LA COSTRUZIONE DI UN AMORE
Non dimenticherò tutto quel sangue. E neppure gli occhi scuri di quell'infermiera. Oppure ostetrica, o forse dottoressa, che mi sussurrava che presto sarebbe tutto finito, che mi chiedeva di non piangere.
Io invece credo di aver pianto. E penso di averlo fatto anche durante quel sonno forzato. Anzi, ne sono certa. Per il vuoto sentito al risveglio. Perché il pianto ad occhi chiusi fa ancora più male. Ma io dormivo. Mentre lasciavo che quei ferri raschiassero via la speranza di una vita da poco iniziata.
Non mi consolava che ti chiamassero embrione, per me eri il mio bambino. Il mio bambino che non ce l'aveva fatta.
Sorprendentemente mi trovo ora a pensare a te.
Ora che sono attaccata a questa macchina che su un pezzo di carta sta tracciando le curve del mio dolore. Come se poi servisse un pezzo di carta.
Ma tra le grida e questi grafici impazziti, c'è il rumore di questo cuoricino al galoppo che fa da colonna sonora.
È un dolore totale e assoluto.
È intenso e lancinante.
Non ti risparmia un respiro. Non da tregua e non ha pietà di te.
Eppure profuma di amore questo dolore. E ogni fitta che arriva profuma di più.
È impietoso e progressivo.
Ma non ho paura. Non ho paura di morire di dolore.
Perché questo dolore non può farmi morire.
Ma non smette e non si placa.
È insistente e incalzante.
Ma sai che ti dico? Mi ci sto abituando.
Sento che ora mi chiede di assecondarlo. Di andargli incontro e di abbracciarlo.
Sento che mi chiede di trattenerlo e poi spingerlo.
Assieme all'attesa, alla speranza, ai desideri. Ai sogni perfetti, all'amore cullato, alla gioia coltivata, ai progetti confezionati.
Non mi abbandonare proprio ora.
Proprio ora che fa male.
Sai cosa penso? Che non è come nei film. Che io non vedrò più un film. Che i film illudono e ti tradiscono. Perché non basta un urlo, una spinta ed una grande sudata.
No, che non basta.
Ci vuole coraggio e paura.
Ci vuole rabbia e speranza.
Ci vuole attesa ed impazienza.
Ora però sento che qualcosa sta cambiando.
Non fa più male. Ora brucia. Come una ferita che si apre. Come una ferita che appunto, si, brucia.
Ti stai prendendo tutto di me.
- Forza che questa è l'ultima spinta -
Ma questa qui davanti che crede?
Io già lo so. E tu meglio di me.
È un attimo.
Un calore che mi pervade.
Un dolore lacerante che si interrompe.
Una gioia che esplode.
È l'amore che si fa sostanza.
È la vita che ho costruito io.
Un secondo e sei sulla mia pancia. Sporco. Anche di sangue. Ma non quello stesso sangue. Piangi con la tua bocca spalancata.
Sei stravolto, come me.
Quanti capelli neri.
Ti guardo e ti riconosco.
Ancora non so a chi assomigli. Se sei bello o meno bello. Ma so che tu non potevi che essere così.
Ti accarezzo la testa.
Perdona la mano che ancora non smette di tremare.
- Amore mio, ciao. Sono la mamma-

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