domenica 20 settembre 2015

Ti svegli la domenica mattina.
Con i capelli ritti e le occhiaie fino al mento. Perché la notte l'hai passata a dar tachipirina al figlioletto di nove anni.
Ti alzi di soprassalto perché l'altra figliola, quella di sette, ti urla che ha fame e devi prepararle la colazione.
Nel frattempo pensi che devi ottimizzare il tempo e che in tutto questo c'è anche il cane da portar fuori, perché ti sta guardando con una faccia come a dirti "ascolta, io ho rispetto del tuo pavimento in cotto, ma dopo 15 ore anche la mia vescica inizia a vacillare".
Allora ti togli la sottoveste e ti infili un vestito di quelli scoloriti e un po' sciupati, quelli che la mi' mamma ha sempre chiamato "da casa".
Indossi l'occhiale più grande che hai, sperando che copra la cispa ancora rimasta.
Calzi la tua ciabatta De Fonseca e ti dici: "ma si, io esco così, tanto chi vuoi che incontri".
Ecco.
Superi il portone e in ordine arriva:
- Il tuo ex storico, quello che ti ha fatto piangere e dannare. Con la nuova fiamma. In louboutin e shatush, di circa 18 anni più giovane di te.
- Enzo Miccio che ti guarda schifato.
- Il postino di C'è Posta per Te, che chiude direttamente la busta.

E allora buongiorno??
Buongiorno una sega.

venerdì 18 settembre 2015

DEL GIGLIO

È vero.
Siamo chiusi e talvolta anche un po' snob. Perché se nasci e cresci all'ombra della Cupola del Brunelleschi ti vien da pensare che il centro del mondo stia proprio nella strada che stai calpestando.
Siamo altezzosi e un po' boriosi, perché in fondo siamo ancora convinti che la capitale d'Italia sia sempre qui.
Ma siamo anche comici, brillanti e assai vivaci.
Con quella C che non esiste e che in fondo fa impazzire ogni dialetto....
Perché a noi le cose non ci piacciono, a noi le ci garbano.
Perché noi non ti chiediamo dove stai andando, noi diciamo indo' tu vai.
Per noi sei grullo e anche un po' bischero. E se ti si dice è perché di bene te ne vogliam di molto.
Camminiamo per Santa Maria del Fiore e ci affacciamo dal Campanile di Giotto.
È nostra la Galleria degli Uffizi. E tu ci arrivi passando da Piazza della Signoria. Con Palazzo Vecchio, la Loggia dei Lanzi e la fontana del Biancone.
Il Ponte Vecchio e le sue botteghe.
Piazza santa croce e Santa Maria Novella.
Il Piazzale Michelangelo con la statua del David e il Giardin di Boboli.
Per poi finire nell'Oltrarno coi suoi negozi e mercatini. Il quartiere di San Frediano, la Chiesa di Santo Spirito e Palazzo Pitti.
La bistecca e il vino rosso.
La pappa al pomodoro e la ribollita.
La primavera alle Cascine e le serate chiusi in casa a guardare la Viola.
La patria di Petrarca, del Boccaccio e sopra tutto del Sommo Poeta. Che ebbe a citarci tanto nell'Inferno, quanto nel Paradiso, passando dal Purgatorio.
L'italiano che nasce da questo nostro volgare trecentesco.
E poi ancora avanti per finire alle risate.
A quel genio di Monicelli alla supercazzola prematurata, per poi sostare nell'immortale zingarata.
Ma in cima a tutto, sopra tutto, questo nostro Lungarno. Con le luci e le immagini riflesse.
Con la pace e il rumore della brezza.
Perché ancora oggi, e te lo giuro, se tu mi baci qui, è come far l'amore.
Che gioia, Firenze, essere tua.

Altro...

mercoledì 9 settembre 2015

AMARSI



È facile innamorarsi nella mancanza.
Quando una persona diventa il sostegno di cui hai bisogno.
Il rimedio alla solitudine....
Il coraggio nella paura.
Quando nel bel mezzo di una vita incasinata, arriva chi mette a posto ogni disordine ormai consumato.
Quando nell'insicurezza, c'è chi riempie di complimenti la tua autostima.
È facile. Si.
Ma non so se questo è amore.
Amare per soddisfare un bisogno è solo offrire un' alternativa al niente.
E allora non vorrei essere amata.
Ma vorrei semplicemente essere quello che ti manca.
Quando non ti manca niente. Niente, tranne me.

IL SEPARATO IN CASA



A tutte almeno una volta nella vita è successo di incontrare il separato in casa.
Dicesi separato in casa colui che è bello, intelligente, simpatico e ti spezzerà il cuore.
Il separato in casa lo incontri al bar la mattina a fare colazione.
Prende un caffè veloce prima di entrare in ufficio. È sempre ben vestito ed entrando saluta tutti con un sorriso che sembra si sia fatto la pulizia dei denti un quarto d'ora prima.
Mattina dopo mattina inizia a fissarti mentre sorseggia il suo caffè.
Poi, dopo il terzo giorno, troverà una scusa per avvicinarsi. La scusa sarà tra le più banali, ma lui sa come muoversi e a te sembrerà intelligentissima.
Ti dirà che ti aveva notata dal primo giorno, che hai degli occhi magnetici e che gli piacerebbe conoscerti meglio.
Senza pretese, ovviamente.
Vi scambierete i numeri di telefono.
Tu gli darai il tuo.
Lui ti darà quello della seconda scheda SIM.
La famosa scheda delle amanti. Quella che è in funzione dal lunedì al venerdì in orari di ufficio.
Appena salutata ti arriverà il primo messaggio con scritto: "sei bellissima".
Seguirà dopo poche ore la prima telefonata.
In cui il soggetto in questione, inspiegabilmente, si aprirà con te come se tu fossi il suo padre confessore.
E inizierà col dirti che, sì, è sposato, ma ormai con la moglie è finita da un pezzo. Che di sente solo e trascurato. Che ha capito che lei non è la donna per lui. Perché in fondo, anche se ci ha comprato una casa da tre milioni di euro, ci ha fatto due figli, ci ha preso sei cani, un gatto e quattro tartarughe, non si è mai sentito intellettualmente vicino a lei. Non c'è mai stata quella sensazione a pelle che invece c'è con te.
Ti dirà che è separato in casa, in attesa di trovare una sistemazione ed il modo migliore per comunicare la triste decisione ai figli. Ma che il suo cuore è ormai libero ed in grado di riniziare ad amare una nuova persona.
Seguirà invito per aperitivo.
Che non si protrarrà più tardi delle otto di sera, perché lui deve rientrare a casa. Ma non per la moglie, bensì per il figlio più piccolo che riesce a cenare solo se è lui ad imboccarlo.
I giorni seguenti saranno mazzi di rose, buongiorni al mattino, e dolce notti alla sera.
Il vostro primo incontro di sesso si terrà in un albergo ad ore. Di quelli sperduti e in cui i titolari non chiedono i documenti. Di quelli che lui ti dirrà aver casualmente trovato su internet. Salvo poi vederlo entrare e muoversi con la stessa disinvoltura di Cesara Bonamici negli studi del Tg 5.
Questo ovviamente se il separato in casa in questione ha una situazione economica per così dire normale.
Perché se è invece un uomo facoltoso, ti porterà in un appartamento alla periferia della città, che ti dirà essere il suo rifugio per leggere, per scrivere, per ritrovare se stesso.
Sul campanello il nome del precedente proprietario. Perché scriverci "scannatoio", pareva brutto.
Qui, prima di copulare, ti ripeterà ancora una volta di quanto si sente separato in casa. Inadeguato e disadattato accanto ad una donna come sua moglie.
La lunghezza della storia tra voi dipenderà da tre fattori:
1) quanto sei capace a letto
2) quanto impiegherai a mettere in dubbio le sue parole
3) quando inizierai ad avanzare pretese.
Al non realizzarsi della prima, o al verificarsi di una delle altre due, ecco che il separato in casa ti chiamerà.
Ti dirà che ti ama e lo farà per sempre.
Ma che sua moglie ha:
A) minacciato di uccidersi se dovesse lasciarla.
B) scoperto di avere una malattia terminale.
E che pertanto, malgrado tutto, lui ha deciso di soffocare i propri sentimenti per te. Perché questo è il momento in cui un uomo deve dimostrare il suo valore.
Ed allora, seppur a malincuore, resterà con lei. Nella casa da tre milioni di euro. Con i due figli, i sei cani, il gatto e le quattro tartarughe.

martedì 8 settembre 2015

LA LUCE


Io la prima volta, che iniziata la mia nuova vita a tre (io e i miei figli), nella nuova casa mi saltò  la corrente, rimasi di sasso. I bambini erano già in pigiama, vista l'ora tarda, ed io pure. Quando presi in affitto quella casa non mi ero certo domandata dove fosse il contatore della luce. E non perché mi sembrava una domanda stupida, ma perché io pensavo alle tende da mettere. Ragionai per un attimo e poi l'illuminazione: probabilmente, come in tutti i condomini, si trovava al piano terra.
Presi i bambini, che non volevano saperne di restare soli e scesi.
Mi trovai di fronte una specie di mega armadio, che aperto, come per magia, presentava tutti i contatori del 12 appartamenti del condominio. Ognuno era contraddistinto dal cognome del proprietario dell'appartamento, ma in quei momenti si sa, si fatica pure a ricordare quale sia il proprio.
Pensai che quelle cose le aveva sempre fatte mio marito e che pertanto non sarei stata in grado di cavarmela. Invece, individuato il contatore, tirai su la levetta e sentimmo dalla porta dell'appartamento, rigorosamente lasciata spalancata, il riattivarsi della vita. La televisione, il Phon, la lavatrice, la lavastoviglie ed il frullatore.
Esultai. E a seguire lo fecero anche i miei bambini, che nel vedermi tanto soddisfatta, esplosero nel più sincero degli applausi.
In quel momento capii che in fondo un uomo non era necessario. Perché ero donna, con due bimbi e sapevo rimettere la luce.
Non mi mancava più nulla.

lunedì 7 settembre 2015

Ora perché non sono un metro e ottanta, non scopo con un calciatore e non sono amica di Maria De Filippi, che non abbia nemmeno un paparazzo, anche con la polaroid, alle calcagna, non lo trovo giusto.
Uno scatto (sfocato perché si sa, dopo duecento clic la mia amica non ne poteva più), la scorsa estate a Formentera.
Tanto per dire che questa cosa che le foto di Belen prendono più like delle mie, deve finire.



domenica 6 settembre 2015

LA COLLA

Essere una donna sola che significa?
Significa essere pronta per uscire a cena e rendersi conto che dalla scarpa che volevi indossare si è staccata la suola.
Scartare a priori l'idea di cambiare scarpa, perché se hai deciso per quella, quella deve essere.
Che poi, se no, devi cambiare vestito, orecchini, borsa e mutande. Perché a caso, non c'è nulla. Che ve lo dico a fare.
Decidere allora di provare a riattaccarla con la colla. Trovare per caso un tubetto di attak, che se non era del '15, la seconda guerra l'ha vista di sicuro.
Rendersi conto di non riuscire ad aprirlo e allora pensare di tagliarlo a metà con le forbici.
Accorgersi della colla che come un fiume in piena finisce sulle tue mani, gel munite e fresche di smalto e Swarovski fatti proprio ieri.
Ritrovarsi quindi: senza scarpe e con le mani incollate.
E rendersi conto amiche (e qui so che ben mi capirete) che è tutta colpa dell'uomo.
Perché se ce lo avessi avuto, di sicuro, nel rincollarle non mi avrebbe accontentata.
E io che invece non ce l'ho, se mi legge, che si penta.
E si penta amaramente per non avermi ancora cercata, trovata e sedotta.
Perché, per colpa sua, io, stasera, ho fatto un gran casino.

GLI OCCHI DI TOMMY

Vorrei un uomo che mi ama come mi ama mio figlio.
Con la stessa forza, la stessa passione e la stessa intensità. Con la voglia di proteggermi e di non lasciarmi andare.
Qualche mese fa accadde questo.
Era domenica pomeriggio, circa le 18.
I bambini avevano passato il weekend col babbo e stavano tornando.
Suonarono il campanello, a gran voce gridarono "mammaaaaaaa.....siamo noi!!".
Aprii allora il portone.
Io abito al quarto piano di un condominio.
Sentii chiamare l'ascensore, ma allo stesso tempo un gran rumore di qualcuno che stava salendo le scale decisamente a corsa. In meno di venti secondi vidi arrivare Tommy al fatidico quarto piano. Aveva anche un po' di fiatone.
Gli chiesi:
"Tommy, ma che hai fatto?".
Lui, mi guardó, dette un'occhiata furtiva all'interno dell'appartamento e tirando un sospiro di sollievo, mi disse:
"Niente, mamma. È che quando hai aperto il portone, gli ho detto al babbo. Facciamo una cosa: tu vai in ascensore, ed io vado per le scale. Così se la mamma fosse con un fidanzato, in qualche modo lo blocchiamo".
Lo strinsi.
Forte.
A me.
Questa foto è dell'estate appena trascorsa.
Avevo il telefonino, l' ho chiamato:
"Tommy girati che ti faccio una foto".
Lui si è voltato. In questo modo.
E in quel preciso istante mi son detta che potevo pure smettere di cercare, che tanto uno che mi guarda così, non lo troverò mai.

giovedì 3 settembre 2015

FEMMINA

Si può pure nascere donna, ma essere femmina è tutta un'altra cosa.
Non importa se indossi un Valentino da 3 mila euro e al braccio porti una Miu Miu da 2300, se poi quando cammini sembri il pizzicagnolo di Zagarolo ( con tutta la stima per il pizzicagnolo e per Zagarolo).
Perché una donna cammina, una femmina, sfila. E lo fa come se fosse la cosa più naturale al mondo. Come se anche l'abito del mercato preso a saldo, fosse il modello di punta di Giorgio Armani.
La femmina difficilmente si trucca pesante. Perché il trucco peso non è delle femmine,è dei troioni. A volte basta un lucida labbra, su un carnato abbronzato. Di quelli che fanno effetto bagnato, di quelli che sembrano impreziositi da Swarovski da quanto vanno dritti al punto.
Una femmina non abbassa lo sguardo. Ma è fiera ed orgogliosa. Anche con qualche chilo in più o dieci cm in meno. Ti guarda dritto negli occhi, salvo davanti ad un complimento. Perché a quel punto lo sguardo lo abbassa e le guance arrossiscono. Perché una femmina inconsapevole non lo sa. Ma è proprio il pudore la forma più alta di sensualità.
È adeguata è mai fuori luogo. Anche se pronuncia un "cazzo", nella serata più cool dell'estate o al tavolo più in del momento. Perché lo dice col sorriso e poi si morde il labbro. E non importa ciò che ha detto. Chi se lo ricorda più.
Essere donne è una fortuna.
Ma riuscire a fare le femmine è un enorme privilegio.
Lascio una foto, di qualche anno fa.
Lei è mia figlia, ancora non aveva quattro anni.
Era sera, circa le 20.
Io a gran voce la chiamai, perché la cena era pronta. E lei, con grande nonchalance si presentò così. Si sedette ed afferrò una fetta di prosciutto. E lo fece con tanta grazia e sicurezza. Perché lei in quegli abiti si sentiva sicura. E si sentiva così tanto, che convinse anche me.
Lei era femmina.
Una bellissima femmina.
Mi guardai i piedi.
Ero io fuori luogo.
Forse era il caso di cambiare le ciabatte.

mercoledì 2 settembre 2015

SIAMO TUTTE UN PO' CANDY

Per chi, come me, è cresciuta guardando Candy Candy, l'amore è risultato da subito abbastanza chiaro.
Da una parte Anthony, nobile, aristocratico, d'animo gentile. Amante e coltivatore delle rose, tanto da intitolarla una all'amata biondina dalle code buffe. Vissuto nell'agio e nella ricchezza, corteggia con modi dolci e sopraffini. Ma la sorte dispettosa vuole che se ne vada, ancor prima di aver provato l'ebrezza di una leggera tastata di sedere.
Dall'altra Terence. Moro, oc
chio scuro. Insolente ed impertinente. Incontra Candy sulla nave da crociera che porta entrambi dagli Stati Uniti all'Inghilterra. Da lì una serie di coincidenze, fortuite e create, alimenteranno questa passione scandita da screzi e litigate.
Terence è l'emblema dell'uomo di cui ancora oggi ci innamoriamo.
Irriverente e dispettoso. Un momento c'è, l'altro sparisce. Ma quando c'e, come e quanto c'è.
Parla poco dei propri sentimenti, ma quando lo fa ti inchioda con le sue parole. Ti colpisce e ti scolpisce tanto da restare lì, per i giorni successivi, a pensare solo al l'intonazione con cui le ha pronunciate.
La chiama "Signorina tutta lentiggini" e la fa arrabbiare di brutto.
Ma quando la prende, la cinge dalla vita e non lascia spazio a respiri.
C'è un momento in cui Terence dice tutto, pur non dicendo niente.
La ex storica di Terence ha un incidente. Candy va a trovarla all'ospedale e capisce che la soluzione migliore è quella di lasciarla con l'uomo che da sempre ama.
Ma Terence arriva. Proprio quando lei sta andando via.
Candy gli chiedi di lasciarla e si precipita giù per le scale.
Lui la rincorre.
La raggiunge.
E la cinge. Da dietro.
(E diciamocelo, secondo me glielo appoggia pure).
Ecco, in quel gesto c'è tutto l'amore possibile.
In un'era in cui siamo abituati a rimandare tutto al domani, o a lasciare le proprie intenzioni ad un whatsapp , pensiamo a Terence.
Che non la lascia andar via e poi prende un cellulare mandando un sms con scritto "mi manchi".
No.
La blocca.
La blocca da dietro.
Quasi a dirle "ma dove cazzo vai!!".
Quasi a sussurrarle:
"Ora scopami!".
E poi??
"Poi, ti spiego".
E, amiche, se uno così l'ha trovato Candy, con quei capelli di merda, Cristo Santo, lo possiamo trovare tutte.