mercoledì 25 novembre 2015

Torno a casa alle sette, da stamani alle otto.
Le solite dieci cartelle sulla spalla, le buste della spesa, il cane da portar fuori, i letti da rifare.
Ma non importa.
Metto a posto la spesa, porto fuori il cane, rifaccio il letto, metto il pigiama ai bambini.
Mi tolgo il décolleté che dopo 12 ore ho dei calli che sembrano un bambino di tre mesi. Indosso la tuta ed inizio a cucinare. Roba veloce, per far sì che questi figlioli possano cenare ad un'ora decente....
Mi butto sulle crocchette di pollo, sperando di imitare Mc Donald ma convinta del fatto che al primo assaggio loro mi diranno: Mamma quelle del Mc sono meglio.
Apparecchio, friggo e intanto preparo le cartelle per domattina.
Ore 20.10 tutti a tavola.
Ecco. Finalmente mi siedo.
Addento le mie crocchette, una patatina e due foglie di insalata.
Ma non conta cosa sto mangiando.
Conta che sono seduta.
E la sensazione è come quella di trovarsi alle Maldive, su una spiaggia bianca, con due che ti sventolano ed una che ti massaggia i piedi.
Sono a sedere. E già penso al pigiama caldo che sto per indossare, al divano, alla TV, al piumone ed al cuscino.
Ma in dieci minuti la cena finisce.
Ed ecco che sopraggiunge il momento più tragico della giornata. Doversi alzare di nuovo. Svuotare i piatti, affrontare l'olio, l'unto e gli avanzi. Le briciole, i piatti sporchi, il piano cottura infrittellato e i sacchi della nettezza che puntualmente si rovesciano.
E improvvisamente dalle Maldive ti pare di essere a Ladispoli.
Perché il problema non sono le 12 ore dalle otto alle otto. No.
Il problema l'è sparecchiare dopo che t'hai toccato una sedia.
E non è finita.
Perché a questo punto sopravviene il pensiero definitivo, quello che ti uccide del tutto.
E ti ricordi che hai la lavastoviglie guasta. Quella che ancora non hai fatto accomodare per risparmiare quel cinquantino che ti ci vorrà solo perchè qualcuno si degni di venire a vedere i' che l'ha fatto la tua lavapiatti.
Ora. Io capisco che posso stare più o meno simpatica. Ma che sia un mese e mezzo che rigoverno e ancora non sia stato avviato una processo di canonizzazione per la Gazza, lo trovo decisamente da stronzi.

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1 commento:

  1. Ennò. Non puoi scrivere "i' che l'ha fatto la tua lavapiatti".
    Si scrive "i' che l'ha fatto la TU lavapiatti" cavolo !!!

    Elena Marra (complimenti per IL blog)

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