venerdì 21 agosto 2015

Ci sono due momenti che andrebbero eliminati per Noi separati (che poi, sì, concedetemi un po’ di pateticità e facciamone uno status: Noi, dai, quelli che non possano fare la comunione in chiesa e che girano tra la gente con la lettera scarlatta), uno è il Natale e l’altro sono le vacanze estive.
Perché per mettersi d’accordo, non è mica così semplice.
Io li prendo a luglio, te ad agosto.
Eh no. Io ad agosto lavoro e tu a luglio avevi sempre preso libero. Ma volevo andare i montagna e la terza settimana d’agosto non va bene? E allora per Dio, prendi la seconda e portali al mare, che poi, dai lo sai, a loro piace di più.
Si decide e si pianifica tutto. La vita di due ragazzini che , loro malgrado, si sono trovati in mezzo a questo casino. A queste vacanze spezzettate. Un po’con la mamma, un po’ col papà.
Che poi loro, alla fine, che ve lo dico a fare. Tra mare e montagna sono sempre in giro. Forse più dei ragazzi delle famiglie cosiddette normali. Perché quando ti separi, sei cosi preso dai sensi di colpa, che ti venderesti pure un rene pur di fargli trascorrere il ferragosto nel posto più glamour del momento.
Stabilita questa benedetta organizzazione arriva il momento di viverle questa sospirate vacanze.
E parti te. E li porti in su e giù per tutta la penisola. Il mare, la montagna e la campagna. Rientri a lavoro e sei più distrutta di quanto eri partita, perché reggere i ritmi ed anche il solo fatto di essere per 20 giorni il solo interlocutore di due bambini mica è semplice.
Mamma, a che ora torno?
Mamma, posso fare il bagno?
Mamma dammi un euro per la sala giochi?
Mamma oggi devo fare i compiti?
Mamma ho fame, cosa c’è di merenda?
Mamma posso andare a chiamare Filippo?
Mamma posso prendere la bici con Martina?
Mamma mi sono sbucciato il ginocchio!
Mamma mettimi il prendisole celeste, dai quello con sopra Violetta.
Rientri a lavoro, e passi le consegne al tuo ex marito.
E pensi che finalmente per te è arrivata la settimana di riposo.
Si, dovrai lavorare. Ma 8 ore di ufficio le prendi sotto gamba, dopo venti giorni di corse e di domande.
E allora pensi.
Pensi che il tardo pomeriggio andrai a correre, per poi rientrare e dopo una doccia veloce, buttarsi dall’estetista. Per uno scrub al corpo, per una sistemata alle sopracciglia, per una ritoccatina all’inguine.
Poi pensi che rientrerai, indosserai l’abito più figo che hai nell’armadio( magari fluo, che con questa pelle abbronzata, sai quanti ne faccio voltare per strada). Chiamerai le tue amiche e andrai nel locale, quello più faschion,, a devastarti di risate e di prosecchi.
La sera dopo invece telefonerai a lui, ed andrai a cena su una bella terrazza fiorentina. Flute di bollicine, aragoste e poi l’amore. Quello che poi sei sfinita, stanca, spettinata e sudata ma più bella di quando sei uscita col tuo tubino nero, lo chignon ed il tacco altissimo.
Pensi a tutto questo e lo farai.
Però c’è che non avrà il sapore che immaginavi.
Perché il sapore che ti piace ed il profumo che ti piace è quello della loro pelle. Dei loro insopportabili capricci, delle loro dannate ripicche.
Ma il tuo momento è andato e questa è la settimana del babbo.
Poi però ti arriva un selfie. Sono loro tre che stanno partendo. Con la gioia negli occhi e la voglia di mare sulle labbra.
E dici che immagine più bella non l’avevi mai vista. Anche se di foto migliori chissà quante ce ne sono.
Ora tocca a lui. E te non puoi far altro che pensare . A quel selfie e al loro desiderio di mare.
E ti dici che di tutto questo tempo fatto di aperitivi, di estetiste, di shopping e di risate che te ne fai.
Quando il cuore ce l’hai su una spiaggia a far castelli.
E allora resti a casa ad aspettare.
Che tornino.
Per lamentarti ancora. Della corsa che non puoi fare, dei punti neri che sarebbero da togliere, delle sopracciglia da fare, del vestito che ti manca. Del disordine delle camere, delle briciole in salotto, dei muri disegnati col pennarello.
Ma poi ti ricorderai di quel selfie. E di quanto hai pianto per non essere lì. E allora ti sdraierai sul divano, con loro addosso, a guardare la tv. E non sarà come mangiare ostriche e sorseggiare champagne. Sarà molto meglio. Perché sarai pure una donna, ma prima di ogni altra cosa, sei una mamma. La loro, mamma.
Siete bellissimi, tutti e tre. Buon divertimento.

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